La Conciliazione BpB: come stanno realmente le cose…

Come abbiamo già avuto modo di scrivere quando è stata resa nota la proposta di conciliazione della Banca Popolare di Bari, ritorniamo sull’argomento in considerazione delle pressioni anche mediatiche della Banca nei confronti dei Soci ed in particolare nei confronti di chi ha aderito all’azione di Avvocati dei Consumatori.

AdC che non ha aderito e non aderirà al protocollo, comprende bene l’attivismo della Banca evidentemente preoccupata per la fondatezza e la serietà delle azioni avviate nei suoi confronti da AdC – unica associazione da sempre dalla parte dei clienti (senza se e senza ma) – che stanno registrando un notevole accelerazione a seguito delle perizie disposte dal Tribunale di Bari  in ordine alla incoerenza della componente di rischio segnalata ai clienti in sede di collocamento dei titoli ed altri numerosi altri profili tra cui la violazione della Comunicazione Consob per la vendita delle azioni illiquide.

Nel merito il Protocollo di Conciliazione è l’ennesima dimostrazione che la Banca non intende risolvere il problema alla radice ma continuare a distrarre l’attenzione sulle questioni centrali come la gestione dei collocamenti e le enormi perdite superiori a 420 milioni  registrate nell’ultimo esercizio.
In primo luogo del tutto insignificante è la dotazione del fondo di soli 3,5 milioni di euro che considerando le varie opzioni di risarcimento potrebbe consentire un rimborso molto parziale a soli 100/175 risparmiatori, percentuale ridicola rispetto ai 70.000 azionisti e 899 milioni (solo considerando gli ultimi aumenti di capitale) usciti dalle famiglie e piccole imprese per finanziare la Banca (pari allo 0,4% della somma)!
Sempre per restare nel merito la Banca valorizza le azioni a 2,38 ben sapendo che non esistono acquirenti disposti a pagare tale prezzo, determinando un risarcimento che “oscilla tra il 70 e il 100%” della restante somma ma solo nei casi di documentazione “totalmente assente o non sottoscritta dal cliente” ben sapendo che in tali casi non solo deve restituire tutto, ma risarcire anche le spese sostenute e gli interessi maturati, percentuale che scende al 40% per gli altri casi sempre considerando la decurtazione dei 2,38.

Va aggiunto che le uniche operazioni previste dal Protocollo sono quelle successive al 1 Giugno 2009, restando escluse le precedenti, le obbligazioni subordinate e tutte le violazioni relative a scavalcamenti ovvero vendite in favore di azionisti che hanno impartito l’ordine successivamente.

Tali somme oltre ad essere esigue sono comunque subordinate al vaglio di una Commissione che deve valutare l’esistenza di vizi (soprattutto formali) al pari di quanto sarebbe accertato in un giudizio.

AvvocatideiConsumatori continua dunque nella sua azione risoluta per l’accertamento delle responsabilità della Banca ed in difesa dei diritti dei risparmiatori e confida nell’intervento delle azioni.

Per maggiori info o segnalazioni: azionistilliquidi@avvocatideiconsumatori.it

 

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